Lettori fissi

venerdì 6 giugno 2014

Perchè non sono democratico.

 

Moltissime persone ritengono la democrazia, indiscutibilmente, il bene assoluto.
E le stesse persone, spesso, pensano che il totalitarismo sia, indiscutibilmente, il male assoluto.
Io non voglio raccontare verità “assolute”, non ne ho né le capacità né la presunzione, ma vorrei invitare queste stesse persone a “riflettere” su ciò che, ogni giorno, ci accade intorno. E mi riferisco proprio a tutti: Berlusconiani, anti-berlusconiani, renziani, grillini, leghisti, etc. etc.

Aprite gli occhi, perché questa democrazia proprio non funziona.

E non solo da noi. La democrazia non funziona da nessuna parte: non funziona in Spagna, non funziona in Francia, in Germania, in Grecia, in Portogallo …. e neanche nei mitici Stati Uniti.
Di roba da dire ce ne sarebbe a iosa ma preferisco soffermarmi su l’aspetto teorico e generale.
Democrazia per tutti significa: Libertà, Uguaglianza, Rispetto dei diritti umani, Pluralismo, Governo del popolo, Pace…

Riflettete: cos’è la libertà? Molti non lo sanno, altri diranno che è “la condizione per cui un individuo può decidere di agire senza costrizioni, usando la volontà e ricorrendo ad una libera scelta”. Ma così affermeremmo che anche la anarchia è libertà, che la violenza è libertà, o che il razzismo è libertà, perché qualsiasi libera scelta è libertà.
Qualcuno potrebbe obbiettare ed aggiungere che: “ la Libertà propria non deve limitare la libertà altrui nei contorni di una civile convivenza” e avrebbe irrimediabilmente ragione, ma così facendo ammetterebbe l’esistenza “delle Libertà” e non “della Libertà”.
 


Ed è proprio questo che affermava Benito Mussolini (da molti conosciuto come il diavolo in persona) cioè che: << esistono le libertà (plurale) e che la libertà (singolare) non è mai esistita.>>
E aveva ragione: esistono le libertà di pensiero, di espressione, di parola, di satira, di cronaca, di critica. Oggi chiunque può manifestare contro il governo ( che sia di destra, che di sinistra), può esprimere la propria opinione, magari scrivendo su un giornale, può influire sulla politica nazionale con il proprio voto, ma sempre muovendosi all’interno di un “recinto” ben definito: puoi stare con o contro Berlusconi, puoi dire che Grillo urla troppo, oppure che non lo fa abbastanza, puoi guardare Ballarò, Piazzapulita, credere a Renzi, etc etc.

Ma appena metti anche solo lo sguardo fuori dal questo “recinto” scatta la ritorsione.

Non puoi andare al di là dei dogmi creati dal mondialismo che, sapientemente, ha saputo colorare il bene ed il male a suo piacimento.
La verità è che non facciamo altro che urlare e spintonarci nella stessa gabbia e ad un governo di destra succederà uno di sinistra e viceversa, all’infinito, lasciandoci languire negli stessi problemi di sempre.
Inoltre, non possiamo trascurare, o mettere in secondo piano, le libertà che per me (ma penso per chiunque) sono più importanti: come la libertà di lavorare, la libertà di non vedere una fabbrica di automobili italiana (leggi Fiat), dopo oltre 100 anni di aiuti di stato, diventare americana; la libertà di non vedere Napoli (la mia città) invasa dai rifiuti mentre chi “dovrebbe” risolvere il problema gioca “democraticamente” allo scaricabarile tra comune, regione e stato; la libertà di capire perché questo “debito pubblico” non fa altro che crescere; la libertà di non morire nei nostri ospedali; la libertà di non essere più ostaggio delle mafie; la libertà di avere una politica che risolva problemi e non che si preoccupi soltanto di restare incollata alla poltrona; la libertà di non vedere il nostro territorio nazionale disseminato di basi militari straniere (come fossimo tenuti al guinzaglio); la libertà di “non subire”.



Tutti credono che democrazia significhi anche uguaglianza. L’uguaglianza per me vuol dire “rispetto delle differenze”; che siano esse razziali, religiose o politiche e penso (o almeno spero) che tutti siano d’accordo.
Ma nella nostra democrazia l’uguaglianza ha assunto un significato diverso, cioè quello di “omologazione”. La democrazia non vuole che siamo trattati tutti allo stesso modo, ma vuole che diventiamo materialmente tutti uguali.
Tutti dobbiamo essere democratici e laici, tutti dobbiamo fare le stesse cose e allo stesso modo. Ed ogni briciola di diversità viene immediatamente piallata sotto il rullo compressore della “integrazione”.

Non ci prendiamo in giro, siamo diversi, come diverse sono le religioni e diverse sono le visioni del mondo che possono avere un europeo, un arabo o un asiatico, come diverse sono le visioni del giusto e dell’ ingiusto. Non si possono azzerare queste diversità, o almeno non si dovrebbe.

Ma la democrazia è anche governo del popolo. Se c’è ancora chi crede che questo sia vero non saprei cosa dirgli.
C’è più governo del popolo nel totalitarismo che nella democrazia. Un dittatore è sempre e comunque legato mani e piedi al suo popolo; l’opinione pubblica è il suo termometro,in più non ha bisogno di nessun compromesso, nessuna alleanza di interessi, niente al di sopra di un dittatore se non il suo popolo. Così è stato per Mussolini ed Hitler, così per Chavez, Gheddafi e Saddam.
Tutti, guarda caso, dipinti dai media come demoni dell’era moderna.



In una democrazia, soprattutto in quelle di stampo occidentale, a comandare non sono certo i cittadini ma sono le lobbie del petrolio, le case farmaceutiche e sopratutto le banche, il “vero potere”. Sono questi dettano un ordine del mondo totalmente irrazionale e macabro.
Mentre in Europa tonnellate di prodotti agricoli vengono lasciati a marcire per mantenere i prezzi alti e conservare il “sacro equilibrio” tra domanda e offerta, in Africa ogni sei secondi un bambino muore di fame.
Mentre più metà della popolazione dei paesi poveri del mondo è affetta da malattie che in occidente abbiamo debellato secoli fa, un’ azienda danese spende decine di migliaia di euro per sviluppare una “birra per cani”.
Uno scienziato francese sviluppò un modello di automobile ad aria compressa, energia pulita al 100% … nel 1995. E noi oggi continuiamo a bruciare fiumi petrolio.

In più, da non sottovalutare è la incessante campagna di demonizzazione innescata contro i totalitarismi, soffocando e nascondendo la verità dietro immagini di fuoco e sangue.
Ma anche qui inviterei a riflettere: chi può affermare che i totalitarismi non siano sorti spontaneamente dal diritto di resistenza insito nei popoli? Quale dittatore non ha avuto, anche solo per un giorno, l’appoggio incondizionato della sua gente?
Per un attimo cercate di dimenticare quello che avete letto nei libri di storia, cercate di non ascoltare le chiacchiere dei giornali e della televisione.


Non potete non Notare che la democrazia non nasce da un sentimento popolare, la democrazia viene “esportata”, “imposta” con i cannoni e con le bombe degli americani e di loro compari. Così fu in Europa durante la seconda guerra mondiale, così è oggi in Libia, Iraq e Afghanistan. Poi armando rivoltosi sanguinari in Libano, Siria e Ucraina.

Il “vero potere” vuole che ci sia democrazia in tutto il mondo perché è di gran lunga più controllabile di un regime dittatoriale, e in più è priva di alternative.
Nessun dittatore ha mai regnato con il solo uso della forza perché al totalitarismo c’è sempre alternativa. La democrazia, invece, è una trappola senza vie di fuga.

Ma questa è solo a mia opinione.

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